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Cucina non é mangiare, é molto, molto di più H. BECK

Tag: facciamocherallentiamo

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CREME CARAMEL

CREME CARAMEL

Il ‘mio’ dolce della domenica rispolverato in un impolverato in un impeto di nostalgia…

 

A casa mia si chiamava ‘il budino’ e basta!

ottinteso ‘Creme Caramel’..

 

Ha fatto parte, per tanti anni, dei pranzi domenicali invernali.

La ricetta di famiglia è la classica ma non sono mai riuscita a capire l’ingrediente ‘magico’ di mia mamma che lo rendeva unico..

Cannella? Vaniglia? Arancia?? Mah!! Il retro gusto era speciale, non aveva un sapore deciso ma un insieme di delicate percezioni..

 

Non sono mai riuscita a ritrovare quel sapore.. di casa!!!

Ma non mi arrendo.. sto sperimentando.

 

CREME CARAMEL

INGREDIENTI

  • 150 gr Zucchero
  • 2 cucchiai Acqua
  • 4 Uova
  • 1/2 l Latte freddo

 

PREPARAZIONE

Mettere 30 gr di zucchero in uno stampo per budino, unire l’acqua e mettere sul fuoco finché caramella e diventa scuro.

Togliere dal fuoco, ruotare lo stampo per distribuire il caramello.

Sbattere le uova con il restante zucchero (senza montare) poi unire il latte freddo.

Mescolare bene poi versare nello stampo.

Mettere il recipiente a bagnomaria e cuocere in forno a 180° per 60′.

Lasciare raffreddare nello stampo ancora immerso nel bagnomaria prima di sformarlo.

 

Questa volta ho utilizzato 4 stampini monoporzione per praticità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

caramella

 

 

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TAGLIATELLE ALLA BOLOGNESE

TAGLIATELLE ALLA BOLOGNESE

..perché le tagliatelle come altro potrebbero essere???

Noi di Bologna nella pasta fresca ci nasciamo.

Abituati già a vederla impastare dalle nostre nonne e bisnonne, con i loro lunghissimi vissuti mattarelli (più è lungo più ci vuole arte ad usarlo) tramandati di generazione in generazione… Ogni tavola che si rispettava aveva nella parte sottostante ancorato il tagliere lungo come il tavolo ed un incavo per farvi scorrere il mattarello quando tutto veniva riordinato.

In casa mia la pasta fresca era compito di mia nonna paterna prima e di mia mamma poi.

Fin da appena nata sono stata ‘cullata’ nel mio dormiveglia mattutino dal ritmo costante e rassicurante del mattarello che ‘toccava’ il tagliere..sempre il mercoledì e la domenica mattina: un rito scandito negli anni.

Confesso che anche ora vorrei sentire, la domenica mattina mentre il sonno si fa più leggero e comincio a svegliarmi, quel ‘toc’  ‘toc’  ‘toc’ che tanto mi appartiene e mi manca.. se mi concentro sento ancora nitido quel ritmo!

Ero molto piccola perché dovevo salire sullo sgabello rubato al ‘cucinotto’ e restare comunque in punta di piedi per poter arrivare al tavolo dove in un angolino del gigante tagliere la nonna mi faceva impastare la mia piccola ‘sfoglina’.. perché a Bologna si cominciano le lezioni di sfoglia prestissimo!

A 6 anni già sapevo tirare una sfoglia di buone dimensioni, l’unico problema era la mia ‘apertura alare’ che non mi permetteva di scorrere sino ai vertici del mattarello.

Stendere la sfoglia cercando di mantenere la stessa pressione morbida, ruotare, lavorare gli angoli con il bordo del mattarello per arrotondare gli spigoli, arrotolarla e girarla sbirciando se in controluce si intravedeva la stessa trasparenza, l’estremità che scendeva dal tavolo (mi sono sempre chiesta come potesse rimanere in quella posizione senza mai cadere, per il peso, dal tagliere…), il profumo tipico di uovo misto a farina…la consistenza, il colore…

Fare il rotolo molto lento con le ‘pieghe giuste’, lasciare un attimo asciugare (il tempo miracolosamente giusto perché non seccasse troppo, screpolasse e si rompesse al taglio) poi il taglio con ‘il coltello’ rigorosamente riservato solo alla sfoglia: grande, rettangolare, affilatissimo! Il rumore del coltello che rompe e scrocchia la pasta: musica!

Come ero orgogliosa! Che bell’emozione!

Movimenti ripetuti così tante volte che diventavano sicurezza e facilità.

Se pensate che fare una sfoglia fatta come si deve sia facile vi sbagliate di grosso! Non lo è per niente!!! Sono i gesti imparati già da piccoli, corretti da chi lo faceva da ‘secoli’, ripetuti all’infinito a renderlo facile! ..e magari anche rilassante!

In realtà fare la sfoglia se non si hanno ‘i muscoli coinvolti’ allenati è una grandissima faticaccia!!!

Palmo, allunga, riporta , palmo, allunga, riporta… all’inizio se non sei abituato poi non senti più le mani. 🙂

 

Con gli anni però, con l’incoscienza e la presunzione dei giovani, sono volata verso altre mille curiosità e la sfoglia è passata nel dimenticatoio! Per tanti anni, tantissimi.

Mi ci sono riavvicinata quando il tempo passato e la mancanza dei riti familiari, oltre che delle persone, mi ha richiamato.

La nostalgia di quel tempo lento, di quelle tradizioni, di quei gesti familiari è stata tanta, la voglia di lasciare a mio figlio un po di quei rituali che mi hanno trasmesso calore, sicurezza, atmosfera di casa e famiglia ha fatto il resto.

Mi piacerebbe che lui trovasse quelle sensazioni di appartenenza, di calore di famiglia, quelle emozioni in cui ti rifugi nei momenti più difficili per sentirti sempre accanto chi ti ha voluto bene: attraverso quei gesti semplici, quei profumi, quei sapori che mi hanno ‘sempre riportato al sicuro di casa’..

Non so se riuscirò ad appassionarlo alla cucina di tradizione, da imparare per magari tramandare a qualcuno che amerà… certo è che perlomeno la apprezza! Molto! Forse è già qualcosa.. 🙂  Ci sono nonne che stanno provvedendo alla grande… 🙂 🙂

 

Sarò sincera, ammetto che l’aver lavorando tante ore fuori casa prima, con vicissitudini familiari impegnative poi, il più delle volte mi sono fatta aiutare dall’impastatrice e dall’immancabile IMPERIA!

Quando il tempo a disposizione è maggiore e quando la mia ‘nostalgia’ sbrocca mi lascio coinvolgere nell’impastare e tirare la sfoglia a mano: una gran faticaccia (perché non allenata) ma la cosa mi permette di ‘sfogarmi’ ed allentare le mie tensioni!

E’ terapeutico! Provare per credere!!

La ricetta originale vuole 1 uovo grande per etto di farina.

Il disciplinare per la tutela di questa unicità della cucina bolognese è stato depositato nell’Aprile del 1972 da parte dell’Accademia Italiana della Cucina delegazione di Bologna: un atto in cui sono fissate le caratteristiche e ricetta delle autentiche tagliatelle bolognesi.

LARGHEZZA 8 mm quando cotta quindi dai 6,5 ai 7 mm da cruda al taglio. Questa misura corrisponde alla 12.270esima parte dell’altezza della Torre Asinelli di Bologna!

 

Se volete preparare i tipici ‘nidi’ ecco la ricetta!

E’ stata postata un po di tempo fa abbinandola al classico RAGU’ di casa http://www.donislab.com/2019/04/09/tagliatelle-al-ragu/   a voi la scelta se servire le tagliatelle con il ragù o con altro…

Vi solletico la curiosità svelandovi un sugo molto tradizionale casalingo bolognese che ora si trova molto meno nelle tipiche trattorie (ne sono rimaste poche) ma che rappresenta la semplicità della cucina di casa della ‘Zdoura’ (reggitrice: un tempo la classica padrona di casa factotum della famiglia patriarcale): prosciutto crudo (compresa la parte più grassettina) a dadini rosolato e reso croccante dal burro.

Un po salatino ma saporito che si sposa benissimo con le tagliatelle!!

Non me lo ricordavo ma felice di averlo fatto: domani subito questo sughettino!!! 🙂

 

Vi lascio due dritte per prepararlo..

Tagliare finemente 200 gr di prosciutto crudo (in genere si usano gli avanzi del prosciutto come il gambuccio). Rosolare in una padella in cui avrete fatto sciogliere 1 noce di burro e 1/2 cipolla tritata finemente. Sfumare con ½ bicchiere di vino bianco e lasciate asciugare. Lessate la pasta, scolarla e condire con il ragù di prosciutto crudo. Spolverare con abbondante parmigiano grattugiato ed una grattata di pepe nero.

 

 

 

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AGRIFOGLIO

AGRIFOGLIO

Inaspettato!

Mai avrei pensato che un piccolissimo getto, un po’ soffocato dall’edera e dal gineprino mignon, sarebbe prima sopravvissuto e poi fiorito.. un fiorellino bianco, minuscolo e delicatissimo è uscito tra le nuove foglioline dell’AGRIFOGLIO!

Complice il cielo cubo mi è andato subito il pensiero al NATALE.. ebbene sì, mancano solamente 96 giorni!!!

Mi è venuto spontaneo notare che la NATURA è incredibile: a volte ti dimentichi di piccolissimi getti floreali in cui non riponi nessuna speranza e lei, con la sua potenza, rinvigorisce e sboccia dove non ti immagini…

 

Ma cos’è l’AGRIFOGLIO?

L’AGRIFOGLIO è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle aquifoliaceae diffuso in tutta Europa e nel bacino Mediterraneo.

Pianta abbastanza resistente alle alte e basse temperature, ha fiori sia femminili che maschili che sbocciano alla fine dell’Estate: bianchi, piccoli e delicati. La caratteristica inconfondibile è data dalle foglie, robuste di un bel verde intenso a volte screziato di giallo o crema, con margini spinosi. E’ una delle piante del Natale per eccellenza perché è proprio in questo periodo invernale che si arricchisce di gioiose bacche rosse (dalla pianta femminile).

I primi ad utilizzare questi rametti per decorare le abitazioni sapete chi sono stati? Gli Irlandesi!!!

 

All’AGRIFOGLIO è sempre stato attribuito un potere magico nel Natale Cristiano (ricordate che era persino presente anche nella bacchetta magica di Harry Potter???)  🙂 🙂

Nell’antica Roma era abitudine regalare ai neo sposi una pianticella come simbolo di buon augurio così come piantare un arbusto davanti alla porta di casa sembra tenere lontane le cattive energie.

Da bambina ho ricordi netti di infinite letterine a Babbo Natale disegnate e colorate di AGRIFOGLIO..

Stamattina ho preso la fioritura come messaggio, come passaggio di stagione… solitamente al rientro dalle ferie d’Agosto la mia mente è già proiettata ai progetti natalizi ma in questa insolita Estate tutto è stato stravolto e dimenticato: che sia un invito a riprendere la ‘via’…? Mah, chissà!!

 

ATTENZIONE però: ricordate che è tossico per stomaco, intestino, sistema nervoso e cuore. Tenete fuori dalla portata di bambini ed animali domestici assolutamente!

 

 

FOCACCINE SOFFICI

FOCACCINE SOFFICI

Solitamente preparo queste FOCACCINE sfiziose quando passiamo la giornata al mare (ripiene di affettato e formaggio oppure di carne pomodoro e insalata) ma sono molto versatili e sono state servite anche ai vari compleanni dei bambini decorate a ‘faccine’ con rondelline di olive e verdurine. […]