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Cucina non é mangiare, é molto, molto di più H. BECK

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CREME CARAMEL

CREME CARAMEL

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TORTA SALATA CAVOLFIORE, SALSICCIA e GORGO

TORTA SALATA CAVOLFIORE, SALSICCIA e GORGO

Con la stagione fredda ricomincia la serie delle Torte Salate a go go… (veramente non ho mai smesso anche d’Estate!)

Con la temperatura clemente sto più volentieri in cucina con i profumi che ‘scappano’ dal forno caldo.

Già periodo di CAVOLFIORE! Ho cominciato a cucinare i primi arrivi in attesa di quelli gialli e viola dal sapore molto più delicato da mangiare croccanti ‘nature’: con un semplice giro di sale, olio e aceto balsamico..

Mi piace molto abbinarli ai classici sapori corposi delle acciughe o della salsiccia ma non disdegno anche  i gratinati al forno con besciamella e pangrattato. Sono un gran classico che mi riportano a ‘casa’.

 

Li preparo in creme sfiziose per le cene veloci, in sformatini mignon, pastellati e fritti, alla paprika.. sono molto versatili ed il sapore piace o non piace: non ci sono vie di mezzo!!!

Per anni li ho snobbati a causa del loro odore intenso, alla cottura, ma poi ho cercato di essere obiettiva e pensare esclusivamente al sapore: non poi così malvagio!! 🙂

 

Ho tentato mille alternative per attutire l’odore persistente:

  • aggiungere all’acqua di cottura limone, aceto, latte, alloro, 1 patata o foglie di alloro.
  • appoggiare sul coperchio del tegame dove stanno cuocendo una tazzina piena di aceto oppure pane secco imbevuto di limone o aceto..

 

Detto tra noi, oltre agli escamotage citati sopra, io lo faccio cuocere soltanto pochi minuti per mantenerlo croccante. Gli ingredienti saporiti a cui lo abbino fanno il resto.. 🙂

 

Per le torte salate spesso non ho una ricetta fissa, se non per la pasta, e abbino assecondando la fantasia del momento o il contenuto del frigorifero per crearne un discreto numero di varianti: procedo ad occhio e senza dosi precise…

Sono il mio ‘salvataggio’ in cucina’!

La torta che ho preparato oggi è veramente buona, era destinata ad una cena di amici di sabato ma non ha fatto in tempo ad arrivarci!!! Mio marito l’ha divorata..!!! Devo ammettere che ogni fettina ne tirava un’altra! L’unico, ma non fa testo perché non ama il CAVOLFIORE, a non assaggiarla per nulla è stato mio figlio!!!!

 

Proverò a ripercorrere la preparazione..anche se salsiccia e gorgonzola erano rimasugli di frigorifero e non perfettamente quantificabili! 🙁

Ah, sempre perché gli spunti sono infiniti, ho visto al supermercato una variante di pasta ai semi ed ho voluto testare subito l’idea.. ne ho aggiunto un pugnetto all’impasto poco prima di stenderlo.. (o usato una bustina di semini misti di girasole, lino, sesamo)… è venuta bene e non si sono bruciacchiati i semini, come temevo, in cottura!!! Evvvvvvvaiiiii!!! 🙂

 

TORTA SALATA CAVOLFIORE, SALSICCIA e GORGO

INGREDIENTI

  • 1 Cavolfiore bianco di medie dimensioni
  • 250 gr di Salsiccia
  • 150 gr di Gorgonzola dolce
  • 3 fettine di Provolone piccante
  • 2 spicchi di Aglio
  • 1 foglia di Alloro
  • 1 Limone
  • Sale, Pepe, Olio evo

Pasta

  • 200 gr di Farina 00
  • 100 gr di Acqua tiepida
  • 20 gr di Olio evo
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 bustina di semini misti (girasole, lino, sesamo)

 

PREPARAZIONE

Partiamo con la pasta.

Inserire nella planetaria la farina, il sale, l’olio. Impastare qualche minuto aggiungendo l’acqua tiepida.

Formare una palla e fare riposar, coperta da pellicola, a temperatura ambiente almeno 30′.

Lessate per 4′ il cavolfiore, pulito ed a cimette, con 1 foglia di alloro e qualche goccia di succo di limone.

In una capiente padella versare l’olio, gli spicchi di aglio tagliati a metà e liberati dell’anima, saltare il cavolfiore scolato e raffreddato.

In un padellino a parte saltare la salsiccia sbriciolata e senza condimenti per renderla croccante, un pizzico di sale e pepe.

Amalgamare assieme cavolfiore la salsiccia e il gorgonzola.

Riprendere la pasta e stenderla su una teglia rotonda, bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta.

Versare il composto di cavolfiore in uno strato, ricoprire con il provolone e versare il secondo strato di composto di cavolfiore.

Una bella grattugiata in superficie di pecorino stagionato ed infornare a 180° per 25-30′ (controllare la doratura).

 

 

 

 

 

 

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TAGLIATELLE ALLA BOLOGNESE

TAGLIATELLE ALLA BOLOGNESE

..perché le tagliatelle come altro potrebbero essere???

Noi di Bologna nella pasta fresca ci nasciamo.

Abituati già a vederla impastare dalle nostre nonne e bisnonne, con i loro lunghissimi vissuti mattarelli (più è lungo più ci vuole arte ad usarlo) tramandati di generazione in generazione… Ogni tavola che si rispettava aveva nella parte sottostante ancorato il tagliere lungo come il tavolo ed un incavo per farvi scorrere il mattarello quando tutto veniva riordinato.

In casa mia la pasta fresca era compito di mia nonna paterna prima e di mia mamma poi.

Fin da appena nata sono stata ‘cullata’ nel mio dormiveglia mattutino dal ritmo costante e rassicurante del mattarello che ‘toccava’ il tagliere..sempre il mercoledì e la domenica mattina: un rito scandito negli anni.

Confesso che anche ora vorrei sentire, la domenica mattina mentre il sonno si fa più leggero e comincio a svegliarmi, quel ‘toc’  ‘toc’  ‘toc’ che tanto mi appartiene e mi manca.. se mi concentro sento ancora nitido quel ritmo!

Ero molto piccola perché dovevo salire sullo sgabello rubato al ‘cucinotto’ e restare comunque in punta di piedi per poter arrivare al tavolo dove in un angolino del gigante tagliere la nonna mi faceva impastare la mia piccola ‘sfoglina’.. perché a Bologna si cominciano le lezioni di sfoglia prestissimo!

A 6 anni già sapevo tirare una sfoglia di buone dimensioni, l’unico problema era la mia ‘apertura alare’ che non mi permetteva di scorrere sino ai vertici del mattarello.

Stendere la sfoglia cercando di mantenere la stessa pressione morbida, ruotare, lavorare gli angoli con il bordo del mattarello per arrotondare gli spigoli, arrotolarla e girarla sbirciando se in controluce si intravedeva la stessa trasparenza, l’estremità che scendeva dal tavolo (mi sono sempre chiesta come potesse rimanere in quella posizione senza mai cadere, per il peso, dal tagliere…), il profumo tipico di uovo misto a farina…la consistenza, il colore…

Fare il rotolo molto lento con le ‘pieghe giuste’, lasciare un attimo asciugare (il tempo miracolosamente giusto perché non seccasse troppo, screpolasse e si rompesse al taglio) poi il taglio con ‘il coltello’ rigorosamente riservato solo alla sfoglia: grande, rettangolare, affilatissimo! Il rumore del coltello che rompe e scrocchia la pasta: musica!

Come ero orgogliosa! Che bell’emozione!

Movimenti ripetuti così tante volte che diventavano sicurezza e facilità.

Se pensate che fare una sfoglia fatta come si deve sia facile vi sbagliate di grosso! Non lo è per niente!!! Sono i gesti imparati già da piccoli, corretti da chi lo faceva da ‘secoli’, ripetuti all’infinito a renderlo facile! ..e magari anche rilassante!

In realtà fare la sfoglia se non si hanno ‘i muscoli coinvolti’ allenati è una grandissima faticaccia!!!

Palmo, allunga, riporta , palmo, allunga, riporta… all’inizio se non sei abituato poi non senti più le mani. 🙂

 

Con gli anni però, con l’incoscienza e la presunzione dei giovani, sono volata verso altre mille curiosità e la sfoglia è passata nel dimenticatoio! Per tanti anni, tantissimi.

Mi ci sono riavvicinata quando il tempo passato e la mancanza dei riti familiari, oltre che delle persone, mi ha richiamato.

La nostalgia di quel tempo lento, di quelle tradizioni, di quei gesti familiari è stata tanta, la voglia di lasciare a mio figlio un po di quei rituali che mi hanno trasmesso calore, sicurezza, atmosfera di casa e famiglia ha fatto il resto.

Mi piacerebbe che lui trovasse quelle sensazioni di appartenenza, di calore di famiglia, quelle emozioni in cui ti rifugi nei momenti più difficili per sentirti sempre accanto chi ti ha voluto bene: attraverso quei gesti semplici, quei profumi, quei sapori che mi hanno ‘sempre riportato al sicuro di casa’..

Non so se riuscirò ad appassionarlo alla cucina di tradizione, da imparare per magari tramandare a qualcuno che amerà… certo è che perlomeno la apprezza! Molto! Forse è già qualcosa.. 🙂  Ci sono nonne che stanno provvedendo alla grande… 🙂 🙂

 

Sarò sincera, ammetto che l’aver lavorando tante ore fuori casa prima, con vicissitudini familiari impegnative poi, il più delle volte mi sono fatta aiutare dall’impastatrice e dall’immancabile IMPERIA!

Quando il tempo a disposizione è maggiore e quando la mia ‘nostalgia’ sbrocca mi lascio coinvolgere nell’impastare e tirare la sfoglia a mano: una gran faticaccia (perché non allenata) ma la cosa mi permette di ‘sfogarmi’ ed allentare le mie tensioni!

E’ terapeutico! Provare per credere!!

La ricetta originale vuole 1 uovo grande per etto di farina.

Il disciplinare per la tutela di questa unicità della cucina bolognese è stato depositato nell’Aprile del 1972 da parte dell’Accademia Italiana della Cucina delegazione di Bologna: un atto in cui sono fissate le caratteristiche e ricetta delle autentiche tagliatelle bolognesi.

LARGHEZZA 8 mm quando cotta quindi dai 6,5 ai 7 mm da cruda al taglio. Questa misura corrisponde alla 12.270esima parte dell’altezza della Torre Asinelli di Bologna!

 

Se volete preparare i tipici ‘nidi’ ecco la ricetta!

E’ stata postata un po di tempo fa abbinandola al classico RAGU’ di casa https://www.donislab.com/2019/04/09/tagliatelle-al-ragu/   a voi la scelta se servire le tagliatelle con il ragù o con altro…

Vi solletico la curiosità svelandovi un sugo molto tradizionale casalingo bolognese che ora si trova molto meno nelle tipiche trattorie (ne sono rimaste poche) ma che rappresenta la semplicità della cucina di casa della ‘Zdoura’ (reggitrice: un tempo la classica padrona di casa factotum della famiglia patriarcale): prosciutto crudo (compresa la parte più grassettina) a dadini rosolato e reso croccante dal burro.

Un po salatino ma saporito che si sposa benissimo con le tagliatelle!!

Non me lo ricordavo ma felice di averlo fatto: domani subito questo sughettino!!! 🙂

 

Vi lascio due dritte per prepararlo..

Tagliare finemente 200 gr di prosciutto crudo (in genere si usano gli avanzi del prosciutto come il gambuccio). Rosolare in una padella in cui avrete fatto sciogliere 1 noce di burro e 1/2 cipolla tritata finemente. Sfumare con ½ bicchiere di vino bianco e lasciate asciugare. Lessate la pasta, scolarla e condire con il ragù di prosciutto crudo. Spolverare con abbondante parmigiano grattugiato ed una grattata di pepe nero.

 

 

 

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AGRIFOGLIO

AGRIFOGLIO

Inaspettato!

Mai avrei pensato che un piccolissimo getto, un po’ soffocato dall’edera e dal gineprino mignon, sarebbe prima sopravvissuto e poi fiorito.. un fiorellino bianco, minuscolo e delicatissimo è uscito tra le nuove foglioline dell’AGRIFOGLIO!

Complice il cielo cubo mi è andato subito il pensiero al NATALE.. ebbene sì, mancano solamente 96 giorni!!!

Mi è venuto spontaneo notare che la NATURA è incredibile: a volte ti dimentichi di piccolissimi getti floreali in cui non riponi nessuna speranza e lei, con la sua potenza, rinvigorisce e sboccia dove non ti immagini…

 

Ma cos’è l’AGRIFOGLIO?

L’AGRIFOGLIO è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle aquifoliaceae diffuso in tutta Europa e nel bacino Mediterraneo.

Pianta abbastanza resistente alle alte e basse temperature, ha fiori sia femminili che maschili che sbocciano alla fine dell’Estate: bianchi, piccoli e delicati. La caratteristica inconfondibile è data dalle foglie, robuste di un bel verde intenso a volte screziato di giallo o crema, con margini spinosi. E’ una delle piante del Natale per eccellenza perché è proprio in questo periodo invernale che si arricchisce di gioiose bacche rosse (dalla pianta femminile).

I primi ad utilizzare questi rametti per decorare le abitazioni sapete chi sono stati? Gli Irlandesi!!!

 

All’AGRIFOGLIO è sempre stato attribuito un potere magico nel Natale Cristiano (ricordate che era persino presente anche nella bacchetta magica di Harry Potter???)  🙂 🙂

Nell’antica Roma era abitudine regalare ai neo sposi una pianticella come simbolo di buon augurio così come piantare un arbusto davanti alla porta di casa sembra tenere lontane le cattive energie.

Da bambina ho ricordi netti di infinite letterine a Babbo Natale disegnate e colorate di AGRIFOGLIO..

Stamattina ho preso la fioritura come messaggio, come passaggio di stagione… solitamente al rientro dalle ferie d’Agosto la mia mente è già proiettata ai progetti natalizi ma in questa insolita Estate tutto è stato stravolto e dimenticato: che sia un invito a riprendere la ‘via’…? Mah, chissà!!

 

ATTENZIONE però: ricordate che è tossico per stomaco, intestino, sistema nervoso e cuore. Tenete fuori dalla portata di bambini ed animali domestici assolutamente!

 

 

FOCACCINE SOFFICI

FOCACCINE SOFFICI

Solitamente preparo queste FOCACCINE sfiziose quando passiamo la giornata al mare (ripiene di affettato e formaggio oppure di carne pomodoro e insalata) ma sono molto versatili e sono state servite anche ai vari compleanni dei bambini decorate a ‘faccine’ con rondelline di olive e verdurine. […]